OOOPS! il lineare ha fatto Puff!
Sì, ci sto scherzano sopra perché il problema, nel momento in cui scrivo, è risolto: in caso contrario il mio umore non mi avrebbe permesso di scrivere di questo problema.
Una tensione di rete... farlocca
In internet, sui social, a proposito della corrente che il gestore nazionale ci propina a caro prezzo, qualcuno ha detto che viene consegnata «in carrozza», visti i costi.
Non solo viene consegnata in carrozza, ma da me ne arriva troppa e, spesso, non di buona qualità: ho fatto aggiungere degli «scaricatori» dal mio elettricista perché, in passato, mi si è bruciato di tutto: gruppi di continuità, alimentatori switching, caricabatterie.
Niente: accendi un dispositivo e, dopo qualche minuto di funzionamento, o addirittura, immediatamente, scoppiano i fuochi d'artificio... e ti ritrovi con qualcosa funzionante in meno: tuttavia, la situazione è migliorata dopo le modifiche apportate all'impianto elettrico di casa.
Ma, nonostante tutto, qualcosa di elettricamente negativo succede ancora...
Addio al QSO...
Stavo facendo QSO, un tranquillo collegamento europeo con il mio lineare QRP SLB-300 ed i 10 watts di pilotaggio della radio... ho notato uno sbalzo di tensione e la immediata scomparsa del «solito» rientro nelle casse del computer... Ho pensato che le casse avessero smesso di «essere sensibili» alla radiofrequenza.
E invece no: era il lineare che aveva smesso di funzionare... ed il QSO, tanto bello e così tranquillo, era finito anche lui... i 10 Watts non erano sufficienti a farmi copiare ed il corrispondente mi stava, gentilmente, salutando.
Ma cosa era successo?
Semplice: il fusibile era saltato ed il lineare si era spento; la sostituizione del fusibile ha solo decretato la prematura morte di un altro di questi componenti, segno evidente che il colpevole era un altro...
Tolgo il lineare dallo scaffale, svito le sei vitine nere che tengono insieme chassi e coperchio e provo con un tester il ponte senza smontarlo... sembrava in corto.
Riferisco a Saverio, IK7IWF. «Il componente lo devi staccare per verificarlo: non puoi misurarlo montato»... giustamente: l'avvolgimento secondario del grosso trasformatore ha una infima impedenza che «fa vedere» allo strumento di misura un corto.
Dissaldo pazientemente il ponte di diodi e ripeto la misurazione: il colpevole era comunque lui... Risulta, infatti, in corto al mio tester.
Perché è saltato?
A volte può succedere. Ma potrebbe anche essere il caso di un corto sui finali del lineare.
La verifica è facile: basta cercare la «continuità» sui due fili di alimentazione: lì ci sono tre grossi condensatori e, testandoli con la verifica di continuità del tester, si deve sentire un breve beep relativo allo «scarico» dei condensatori. Invertendo i puntali, la storia si deve ripetere: altro breve beep e poi il silenzio.
Questo test, al 90%, ci dice già che il resto del circuito gode di buona salute.
Quindi, il colpevole del problema è solo lui, il ponte raddrizzatore: non resta che trovarne un altro simile da 50 Ampere e 1000 volt. O, volendo fare le cose per bene, uno da 80 o addirittura 100 Ampere.
Su Internet ci sono dei ponti dello stesso tipo da 70, 80 o 90 Ampere: ma sono in America e comprarli costa una cifra. Lascio stare Internet e comincio a cercare il ponte nel «negozio sotto casa»... Era agosto: negozi chiusi e, i pochi aperti, «li avevano appena finiti».
Desisto sempre dall'acquisto su internet e trovo il ponte in un negozio di un paese vicino a distanza di quasi due mesi: lo acquisto ad un prezzo tale che me ne sarei fatto una scorta prendendoli da internet... ma ormai c'ero: non mi andava di tornare a mani vuote.
La prossima volta, il «negozio sotto casa» non lo terrò neanche in considerazione.
10 minuti per il montaggio
Tornato a casa, rimuovo il coperchio del lineare; misuro la tensione alternata in uscita dal trasformatore, spalmo della colla al silicone sullo chassis di metallo del ponte e lo «appiccico» con la sua vite sulla grossa aletta di raffreddamento.
Saldo il negativo della scheda e i due terminali d'uscita del trasformatore; misuro anche la tensione raddrizzata in uscita: siamo a 61,5 Volts: bene... Il ponte fa il suo dovere. Saldo al terminale del ponte anche il positivo del circuito ed accendo il lineare: si accende ed anche i suoi 300 watts ci sono tutti! Problema risolto!
Bastano 50 Ampere?
Il dubbio, in realtà, resta.
In effetti, se avessi trovato qualcosa in grado di gestire un maggior quantitativo di corrente, avrei sostituito volentieri il ponte da 50 Ampere.
Pertanto, ammesso e non concesso che la corrente di targa sia effettivamente quella, dal grafico della corrente legata alla temperatura presente sul datasheet, si evice che la corrente erogata è inversamente proporzionale alla temperatura di esercizio.
Già a 75 gradi, i 50 Ampere diventano 40 e 30 a 95 gradi; aggiungiamo, anche, che la temperatura potrebbe non essere provocata dall'effettivo riscaldamento del ponte: il sistema di raffreddamento realizzato in alluminio e completato da una ventola, è, infatti, usato come sostegno della scheda e dissipatore dei due transistor finali, oltre che come sostegno e dissipatore del ponte.
Ne consegue che, con un uso prolungato dell'amplificatore, si genera calore che potrebbe inficiare, se non adeguatamente smaltito, anche il normale funzionamento della parte alimentatrice che, come spesso accade in questi casi, non è stabilizzata ma si basa solo su trasformatore, ponte ed alcuni condensatori di livellamento.
E, come dice IK7IWF: «Non tutti i datasheets hanno simili parametri, come questo recuperato da internet: ne ho trovati alcuni molto più «da piangere». Ora, vai a sapere a quale razza appartiene il ponte che hai comprato...»
In conclusione
Al netto del costo esorbitante pagato per il ponte presso il «negozio sotto casa» contro i 5 eurini necessari per acquistarne due (comprese le spese di spedizione) su Ebay, resta la soddisfazione di aver risolto in autonomia il problema, sperando -ovviamente- che il prezzo sia lo specchio della sua qualità.
Il lineare ha ripreso a funzionare correttamente: ora resterebbe da aggiungere 4 condensatori ceramici da 10 nano e almeno 5/600 volts sul ponte e verificare che la ventola, delegata a rinfrescare il grosso alettone di alluminio, funzioni correttamente e che non ci sia molta polvere depositata sul dissipatore.