Una batteria per le attivazioni
Un sistema di alimentazione portatile per i Field Days
Dopo aver costruito l'antenna veicolare con radiatore intercambiabile e modificabile, in modo da adattarlo alle varie bande radioamatoriali da 430 a 14 MHz, c'è bisogno di pensare a cosa sfruttare come sistema di alimentazione della radio HF durante le attivazioni ed i field day.
Ho scartato, da subito, la possibilità di collegarmi alla presa accendisigari della vettura per evitare di avere problemi di batteria dell'auto scarica... Non è bello fare tanti bei QSO ma restare sul posto perché la macchina non parte più dopo l'attivazione
Pertanto: batteria separata. Quando la batteria si scarica, l'attivazione finisce
Avevo in casa, provenienti da un vecchio gruppo di continuità per i miei PC, due belle batterie da 18 A/h ciascuna. In parallelo, sarebbero ben 36 e, una volta caricate, potrebbero garantire l'uso del mio IC-706MK2G per almeno un'ora a potenza media. In questo modo si caricano la sera a casa e si usano il giorno seguente. Ho anche un caricabatterie con mantenimento che mi garantisce di ritrovarle ben cariche al momento del bisogno.
Ora, come collegarle?
I morsetti, cui erano collegati i cavi dell'UPS, sono provvisti di occhielli per bullone e dato da 6 mm (chiave 10): l'idea era sfruttarli per collegare in serie le batterie e realizzare un sistema di morsetti che fosse abbastanza pratico per le connessioni della radio, in modo da non usare chiavi per serrare i due contatti del positivo e negativo, magari evitando, per quanto possibile, i collegamenti con filo di rame di grande sezione.
La scelta è caduta su 4 «dadi prolungati» da 10 mm; ho anche realizzato, da una barra filettata di acciaio inox, dei pezzi filettati da usare per «bullonare» i dadi prolungati ai morsetti della batteria e, dall'altra parte, due sottili barrette di alluminio per collegare in parallelo le batterie. Su due dei 4 contatti ho fissato, con un dado, la barra di collegamento e, con un dado a farfalla, gli occhielli del cavo di alimentazione della radio: in questo modo ho realizzato dei pratici morsetti per garantire un buon collegamento elettrico.
Ho anche costruito, con due strisce di lamiera, un sistema leggero per legare insieme i due accumulatori, realizzando, nel contempo, una pratica maniglia per il trasporto del sistema.
Una raccomandazione
Le due batterie in parallelo possono essere caricate insieme; tuttavia, quando non vengono usate, è bene scollegare una delle due barre di connessione: pertanto, una ulteriore «farfalla» mi permette di scollegare uno dei due capi della barretta di alluminio. Per evitare di sbagliare collegamento, ho inserito le due barrette in due pezzi di guaina termorestringente nera e rossa... Non si sa mai... Una svista può sempre succedere
Alcune note sulle batterie al piombo-gel
Le batterie al piombo gel devono essere sempre mantenute in uno stato di massima carica perché durino a lungo: questo significa che devono essere caricate frequentemente o tenute in carica tampone.
Inoltre, sussiste anche il problema della «solfatazione» che può distruggere la batteria se questa rimane scarica per luingo tempo; pertanto, è consigliabile tenere sempre ben cariche queste batterie ed usare appositi caricatori per batterie al piombo.
Ed ora, il cavo di alimentazione
La radio Icom IC-706MK2G ha una cavo di alimentazione provvisto di filtro: è un dispositivo imposto dalle stringenti regole europee per la riduzione dei disturbi elettromagnetici ed è «necessario» se la radio viene alimentata con un alimentatore per la rete 220 Volts non prodotto dalla casa madre.
Per una radio alimentata a batteria, il filtro non è necessario.
Ho, quindi, realizzato un cavo apposito, provvisto di occhielli di collegamento e di una coppia di fusibili, mutuata, però, dal mondo automotive. Si tratta di economici morsetti il cui collegamento è garantito da pratici e sicuri faston. Molto meglio dei fusibili tradizionali...
Ho anche lasciato un filtro semplicissimo, qualora dovessi usare il cavo con altre fonti di alimentazione: si tratta di un semplice avvolgimento su un nucleo di ferrite con «clip» di plastica recuperato da altro dispositivo elettronico.