Attivazione Grotta San Mauro, PU510
ovvero... Il mio primo attestato delle grotte salentine!
Insieme a Saverio, IK7IWF, ed al resto del gruppo RPS DX TEAM di Radio Penisola Salentina, il «Diploma Permanente delle Grotte Salentine» è un parto della nostra... fantasia.
È vero: abbiamo sfruttato una peculiarità della nostra Terra, cioè la sua natura carsica e la presenza di quasi mille anfratti nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto di cui ben trecento di esse concentrate nel Salento.
Molte non sono accessibili, altre sono marine ma ne restano comunque tante da farci un diploma la cui «referenza» è il codice catastale assegnato dall'eccezionale «Catasto delle Grotte Pugliesi» uno dei più completi dell'intera Penisola Italiana, grazie al lavoro di tanti appassionati ed esploratori.
Questa volta, non ho potuto partecipare al montaggio delle stazioni. Ho, infatti, atteso da casa che le operazioni fossero finite per poter collegare la stazione attivatrice (non una grande fatica, dato che si trovava ad appena 13 km da casa...), registrare il QSO da usare come «incipit» del video dimostrativo (necessario, come da regolamento, per la certificazione dell'attivazione) e correre a completare le riprese sul posto:
La collina di San Mauro
Il luogo è un'area incantevole, segnata dalla secolare presenza di una piccola chiesetta Basiliana ad unica aula, la sola sopravvissuta di un antico monastero di monaci greci così chiamati perché, si dice, seguivano la «regola di San basilio».
Dell'antico monastero, purtroppo, oggi non resta più traccia; anzi, la stessa chiesa, per molti anni, è stata preda di stupidi vandali che hanno cercato in essa improbabili «acchiature» (i «tesori» in dialetto salentino) rimanendo, ovviamente, con un palmo di naso ed un pugno di mosche. Nessun tesoro, infatti, è stato mai trovato ma ciò ha, comunque, portato alla rovina dei veri tesori d'arte che la chiesa stessa custodiva.
La leggenda di San Mauro Martire
Il luogo prende il nome da una storia legata alla morte di San Mauro, martire cristiano a Roma durante le persecuzioni di Diocleziano e originario della Libia: pare che i suoi seguaci, dopo il martirio, ne trasportassero i resti per mare... Braccati dai romani, sbarcarono qui, cercando di nascondersi proprio nella nostra grotta e portando con loro il corpo del povero martire. Purtroppo, i romani li raggiunsero, li trovarono e li uccisero: era il 303 d.C.
La grotta, referenza PU510
La leggenda è sopravvissuta sino a noi e, in epoca bizantina, sul luogo che le tradizioni davano come luogo di martirio dei seguaci di San Mauro, sorse la chiesa ed il monastero greco.
Un luogo meraviglioso che domina il panorama della costa ionica Gallipolina, un posto dove trascorrere una bella giornata all'aria aperta, approfittando di strutture e panchine che i recenti restauri hanno prodotto. Oggi, una grata in ferro protegge la chiesetta i cui antichi affreschi restano comunque visibili.
La grotta è una cavità che si apre a sinistra della chiesetta e, immediatamente dopo l'ingresso, si divide in due vani: quello di destra, piccolo, si ferma quasi subito mentre quello di sinistra prosegue per almeno 12 metri ma il buio e la mancanza di attrezzature sconsigliano di continuare. Ispezioni speleologiche, eseguite nel corso degli anni, hanno provveduto a esplorare la grotta ed ad «accatastarla» con il codice PU510 che abbiamo usato come referenza per il nostro diploma.
To be continued...
Ma le attivazioni delle grotte non si fermeranno... almeno si spera. Si spera, cioè, che la fatica di portare attrezzature ed antenne per poter trasmettere sia adeguatamente superato dalla soddisfazione di farlo e dalla buona riuscita degli eventi che, certamente, non mancheranno di dare, a tanti appassionati Radioamatori, il giusto compenso.