Timewave DSP-9Plus

Sono felice possessore di un Icom IC-751A da oltre trent'anni. Una radio che non tradisce e che, se trattata bene, non ha nulla da invidiare a radio più blasonate. Pertanto, consapevole della mancanza, in essa, di un moderno processore digitale dei segnali audio, ho deciso, qualche tempo fa, di cominciare a cercarne uno anche usato, in modo da non spendere cifre considerevoli.

Timewave DSP 9+ nella piccola stazione vintage

Avevo visto diverse soluzioni sul mercato, alcune anche in KIT (solo la schedina da aggiungere in un box con altoparlante), il cui costo non era alto. Durante la mia ricerca mi sono imbattuto un un DSP 9+ (o 9 plus) della statunitense Timewave.

L'oggetto, usato, era in vendita da parte di un collega radioamatore; dopo averlo contattato, ci siamo, in pochi minuti, accordati su prezzo e spedizione.

Ora, a distanza di qualche tempo dall'acquisto, eccomi a fare il punto della situazione, sulle sue capacità di filtraggio e sulla facilità d'uso.

È proprio la facilità d'uso il punto forte di questo filtro audio DSP: pochi comandi, tra cui un filtro di "modo" (fonia, telegrafia e modi digitali) un comando per il guadagno automatico (AGC), due livelli di riduzione del rumore e due ampiezze di banda previste: media e stretta.

Timewave DSP 9+: pannello comandi

Combinando insieme i vari elementi, si possono ripulire segnali anche particolarmente influenzati da interferenze e rumori e, restringendo la banda, diventa necessario lavorare di fino con la sintonia.

In CW, modo che prediligo, è davvero interessante: esalta segnali anche prossimi ad uno e non ascoltabili, o molto disturbati, senza il filtro. I segnali forti diventano puliti, perdendo, definitivamente, il fruscio tipico della frequenza.

In fonia l'esaltazione è meno netta ed evidente ma ugualmente interessante, ed è in grado di eliminare il sibilo dei segnali interferenti spesso inevitabili in HF.

Operatività

Timewave DSP 9+: pannello posteriore

L'uso è, dunque, estremamente semplice; il dispositivo si collega ad una tensione da 12 a 16 volt e con input l'uscita "speaker" della radio e con output su un qualsiasi altoparlante: nel mio caso, ho collegato l'uscita audio al sistema di due altoparlanti realizzato nella base in legno del mio IC-751A, soluzione che ne esalta i toni e la qualità.

Si accende dalla manopola che funge da volume, permettendo di lasciare ad un livello definitivo l'analoga manopola della radio: anzi, è bene non eccedere con il volume, altrimenti la spia rossa "overload", da tenere sempre sotto controllo, ci dice che i segnali in ingresso sono troppo forti. Sostanzialmente, la regola è quella di abbassare il volume in modo da avere un normale lampeggio della spia gialla "Normal" e "overload" sempre spento. Il resto va da sé...

Una volta sintonizzato il segnale, basta usare i comandi di NR 1 e 2 ed i due della larghezza di banda che meglio si adattano al segnale ricevuto. Il comando "bypass", se schiacciato, permette di ascoltare il reale segnale della radio senza alcuna ottimizzazione.

Un video per completare questa pagina

Spiegare è un conto ma un video che mostri le differenze è certamente meglio: ho, quindi, predisposto un breve video con la prova sul campo di questo piccolo accessorio di stazione, scusandomi per la pessima qualità della mia voce...