Microfono ICOM SM-8 Desktop Microphone
Si tratta di un microfono da tavolo ICOM della seconda metà degli anni 80, che faceva linea con IC-751, IC-751A, IC-271 e tante altre radio di quel periodo. È provvisto di un deviatore che, mediante l'installazione di un secondo cavo, permette di pilotare due radio: questo lo rende particolarmente ricercato anche per non intasare la scrivania di stazione.
Negli anni '80 il suo prezzo si aggirava intorno alle 220.000 Lire mentre il solo cavo oscillava intorno alle 19.000 Lire: prezzi davvero alti, per quel periodo, anche se in linea con la qualità e il blasonato nome del produttore. Oggi è quasi introvabile in perfette condizioni e, sui mercati dell'usato, per un oggetto in buone condizioni e completo di scatolina, il prezzo si aggira intorno ai 110/130 euro mentre, per il solo cavetto, tra l'altro facilmente riproducibile a patto di trovare un connettore interno adatto, si chiedono anche 20 euro.
Alcuni dettagli
Si presenta nella classica configurazione a "collo d'oca", mutuata da altri microfoni ICOM, precedenti o coevi ma più semplici, e con i due gusci, superiore ed inferiore, di alluminio pressofuso. I comandi visibili sono limitati al PTT ed al LOCK (meccanico), i soliti tastini UP e DOWN ed il commutatore per le due radio.
Sul pannello inferiore, invece, sono disponibili alcuni comandi aggiuntivi, come la regolazione del livello audio e due selettori di livello di impedenza (alta o bassa) separati per le due radio ed un unico controllo di tonalità. Dato che i comandi non sono di uso frequente, giustamente, il produttore ha pensato di metterli in un luogo quasi nascosto, per il solito "set and forget".
Impressioni d'uso
Uso il microfono con i due apparecchi ICOM "vintage": l'IC-751A ed il fratello maggiore, l'IC-765. Inutile dire che la resa è davvero eccezionale e non ha nulla a che vedere con altri microfoni collegati a queste radio.
Uno sguardo al circuito
La configurazione dello schema si basa su tre transistor Panasonic del tipo 2SD661 le cui caratteristiche, che riporto estratte dal datasheet trovano riscontro in alcuni BC europei che, magari, possono essere utili per cercare di riprodurre il circuito che trovate a questo link.
Lo schema espone, in basso a sinistra, il piccolo microfono ad elettrete con il suo fet interno: infatti, dopo, ci sono i «pallini vuoti» che rappresentano i punti di connessione della capsula al resto del circuito.
Come spiega meglio di me Saverio, IK7IWF, la capsula elettrete si basa sul principio di funzionamento delle membrane di alluminio che, colpite dalle onde sonore, si muovono, facendo variare la capacità del condensatore da esse stesse costituito. Questa variazione di capacità crea delle variazioni di tensione (ad altissima impedenza) sul Gate del JFet a canale N, che, a sua volta, fornirà, sul suo Drain, un segnale audio che rispecchia le onde sonore che hanno provocato la vibrazione...