Il Disco in Vinile
Un viaggio nel suono analogico
Il vinile è un supporto analogico per la registrazione e la riproduzione del suono. A differenza dei formati digitali, dove l'informazione sonora è rappresentata da una sequenza di numeri, nel vinile il suono è inciso fisicamente su un disco composto da un materiale plastico duro (più precisamente, una resina termoplastica) costituito da cloruro di polivinile (comunemente detto anche PVC), una sostanza rigida ma versatile, flessibile e modellabile.
Come viene inciso il suono?
Il primo passo è la creazione di una «matrice»: l'audio originale viene convertito in vibrazioni meccaniche che incidono un solco su un disco di metallo. In questo modo viene creato un primo disco, chiamato appunto matrice, che diventa lo stampo per la produzione dei successivi dischi in metallo con i solchi «sporgenti».
Quindi, questa matrice, viene utilizzata per creare stampi in metallo che, a loro volta, vengono utilizzati per pressare il vinile fuso. Le scanalature sporgenti della della matrice vengono così trasferite al disco in vinile.
Ed ora, la lettura del disco!
La riproduzione del suono registrato sul vinile è affidata al «giradischi», dove «un piatto» si occupa di far girare su sé stesso il disco.
La lettura dei solchi è affidatata ad una puntina, solitamente in diamante, sotto la quale che si muove il disco, facendola scorrere lungo il solco a spirale che tende verso il centro del disco.
Le variazioni nella profondità e nella larghezza dei solchi faranno vibrare la puntina, riproducendo le vibrazioni originali del suono. Queste vibrazioni della puntina vengono convertite in segnali elettrici da una piccola bobina mobile all'interno della testina del giradischi: i segnali elettrici riprodurranno esattamente i segnali elettrici della registrazione di partenza.
I segnali sono estremamente deboli e devono essere amplificati attraverso un apposito circuito; il segnale opportunamente potenziato sarà, dunque, inviato agli altoparlanti che lo ritrasformeranno in movimento meccanico attraverso le bobine degli altoparlanti solidali a dei coni di cartone o altro materiale adatto alla riproduzione dei suoni liberi di muoversi in un campo magnetico.
Ma perché il suono del vinile è così apprezzato?
Molti appassionati ritengono che il suono del vinile abbia un calore e una profondità unici, con una gamma dinamica più ampia rispetto ai formati digitali. Questo dovrebbe compensare i vari rumori e fruscii dovuti all'elettricità statica ed alla polvere che si accumula nei sottilissimi solchi.
Da non trascurare l'esperienza tattile derivante dall'atto di scegliere un disco, sfogliarlo e posizionarlo sul giradischi... un'esperienza sensoriale che va oltre il semplice ascolto della musica.
Ovviamente, non è trascurabile il considerare i vinili oggetti da collezione, favorito questo da con edizioni limitate e copertine artistiche che li rendono desiderabili.
I miei ricordi del vinile
Ho avuto a che fare con i «dischi» sin da piccolo... Ma il ricordo più bello è quello, ovviamente, delle radio negli anni 80.
A quel tempo, i dischi erano disposti in librerie nello studio principale di trasmissione, disposti in caselle in ordine alfabetico per il cognome dell'artista. Ciascuno sceglieva il disco da trasmettere durante il proprio spazio in onda: lo estraeva dalla copertina, lo deponeva sul piatto in attesa di essere trasmesso. La copertina restava per un attimo accanto al mixer, in attesa di tornare ad ospitare nuovamente il vinile.
Ovviamente, il giradischi continuava a girare: per questo, sotto al vinile, c'era, di solito, un sottile pannolenci che veniva trattenuto dal bordo dallo speaker o dal regista per essere rilasciato quando era necessario trasmettere la canzone, dopo averla opportunemnente presentata. Al termine, bisognava togliere il disco dal piatto rimuovendo il braccio della puntina con delicatezza, rimettere il disco nella copertina e lasciarlo da parte, per evitare che altri ritrasmettessero lo stesso brano o lo stesso artista.
La sera, finite le trasmissioni, l'ultimo a fare il programma rimetteva a posto i dischi passati durante il giorno... spesso andava di fretta (magari perché era tardi ed aveva sonno) e li riponeva nel posto sbagliato, beccandosi gli improperi di colui che, il giorno dopo, doveva riaprire le trasmissioni e ripassare proprio quel brano del disco risposto malamente nello scaffale...
Perché, no, non c'era la funzione di ricerca automatica dei brani...
Quello che invece accadeva spesso era la distruzione della puntina, elemento estremamente delicato: bastava poco per romperla e, senza di lei, la musica si fermava: era indispensabile averne sempre qualcuna di ricambio per queste evenienze.
Un ringraziamento al mio amico Piero
Nel fare questo articolo mi ero reso conto di una cosa grave: con l'avvento del digitale e dell'informatica non posseggo più dischi e giradischi e non avevo possibilità di fare foto; anche Radio Skylab, che frequento regolarmente, è titalmente digitalizzata.
Per fortuna, tra i miei amici, c'è un grande appassionato dei dischi in vinile: si tratta di Piero Marcianò, Direttore di Radio Happy Days e grande voce anche di Radio Skylab. È bastato un semplice messaggio in chat per avere, a brevissimo giro, le foto che mi servivano
E che foto! Foto che hanno risvegliato in me i ricordi di quando, dietro al banco di regia ed al microfono, c'era la libreria con i dischi da cui attingere per la propria playlist!
Pertanto, un pubblico grazie a Piero per il materiale ricevuto a corredo di questa pagina e che mi ha permesso di tornare un po` indietro nel tempo