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Ultimi aggiornamenti di queste pagine: negli anni 90, esattamente prima del 31/12/1998!
qui c'era uno script che contava i giorni mancanti per il 2000, ormai giunto (e passato...) da tanti, tanti anni...

CW

 
Samuel Morse
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E-Mail

Il telegrafo ed i suoi derivati

Il telegrafo ha, nella storia delle comunicazioni la stessa importanza che ha avuto la ruota nella storia dei mezzi di trasporto...

Molti sono stati i tentativi dell'uomo di comunicare a distanza, ma nessuno ha mai avuto l'efficienza del telegrafo e dei suoi derivati.

Nato ad opera di Samuel Morse, esso era costituito da un rotolino ci carta su cui scriveva un pennino solidale ad un'ancorina attratta, per induzione elettromagnetica da un debole segnale elettrico che scorreva lungo un filo... All'altro capo del filo, c'era l'operatore che agiva su un interruttore mediante il quale era possibile chiudere il circuito e far si che, dall'altra parte l'ancorina si muovesse scrivendo sulla carta: quest'ultima, a sua volta, mediante un meccanismo a molla, scorreva sotto la penna. Ne risultava un insieme di segni brevi e lunghi che, composti in un certo modo, secondo la codifica dell'alfabeto Morse, potevano essere agevolmente letti e decodificati...

Ma l'esperienza degli operatori, ben presto crebbe al punto che, anziché leggere la carta, potevano decodificare il messaggio in arrivo dal ticchettare dell'ancorina. La carta, ben presto divenne inutile e la decodifica ad orecchio divenne d'importanza fondamentale quando furono realizzate le prime, lunghissime, linee telegrafiche transcontinentali e oceaniche: i lunghi fili distesi sul fondo dei mari, attenuavano e ritardavano a tal punto i segnali, che la traccia su carta era quasi illeggibile...

Inoltre, la decodifica "sonora" dell'alfabeto Morse, migliorò notevolmente la versatilità di questo sistema di trasmissione ed eliminò i limiti dovuti al sistema meccanico di decodifica: ad orecchio si potevano raggiungere velocità di 120/150 caratteri al minuto, cosa non da poco, dato che le linee cominciavano notevolmente ad affollarsi...

La possibilità di decodificare i segnali morse ad orecchio e, anche, "a vista", permise di sfruttare l'alfabeto morse, non solo nel modo classico (tasto, filo e macchina morse...) ma anche mediante altre attrezzature.

Fu un ufficiale inglese che si accorse che, mediante il sole, uno specchio e l'alfabeto morse, si potevano trasmettere messaggi che potevano, con facilità, coprire distanze dai 40 ai 160 Km. I militari si accorsero dei considerevoli vantaggi che derivavano dalla possibilità di comunicare mediante il Morse durante le manovre. Nacque l'Eliografo, una macchina dotata di specchi e di un sistema di leve collegato ad un otturatore: permetteva di riflettere la luce del sole in modo da ricreare i punti e le linee necessari per comunicare.

Ben presto, con l'invenzione della lampadina, fu possibile costruire degli "eliografi" elettrici che funzionassero di notte: il loro utilizzo sulle navi fu immediato. Usati puntando il fascio di luce su nuvole basse, permettevano di coprire distanze che andavano ben oltre l'orizzonte e a velocità di 40/50 caratteri al minuto.

L'eliografo ebbe vita sino all'invenzione della radio da parte di Guglielmo Marconi, quando la simbiosi Morse/Radio avrebbe permesso di coprire distanze inimmaginabili in precedenza.


Grafica e realizzazione effettuata da IK7XJA
Franco Meraglia - Casarano (Lecce) Italy
Editor usato: 297!Editor HTML by F. Meraglia
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Daniele D'Amato © 1998