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Una antenna tribanda di recuperoLa pagina seguente è dedicata a tutti coloro che vorrebbero una efficiente antenna tribanda senza assolutamente spendere neanche una Lira! Ciò che serve è una vecchia antenna 5/8 d'onda per i 27 MHz (una qualsiasi...) e qualche tubo d'alluminio (anche lui di recupero...). La prima cosa da fare è eliminare la bobina adattatrice di impedenza posta alla base dell'antenna e accorciare lo stilo; la sua lunghezza finale dovrà essere di 481 cm e sarà il radiatore per i 14 MHz. A questo stilo principale aggiungeremo due altri radiatori, ad esso elettricamente collegati alla base che serviranno per le frequenze dei 21 e 28 MHz. I radiali originali, quelli dei 27 MHz per intenderci, non sono stati rimossi, ma ad essi ho aggiunto 4 radiali per i 20 metri, 2 per i 15 e 2 per i 10 metri. Tutti i radiali aggiunti sono stati realizzati con del comune filo di rame ricoperto di PVC e la loro lunghezza è stata determinata con la classica formula: Comunque la loro lunghezza non è critica; successivamente essi sono stati fissati mediante viti al pezzo di alluminio che fissa l'antenna al palo di sostegno e che è anche sede dei radiali originali. Dalle varie prove fatte, con i radiali in filo e in fibra montati, le lunghezze dei radiatori per il minimo di R.O.S. sono le seguenti:
I radiatori per i 28 e 21 MHz sono stati realizzati in tubo di alluminio da 10 mm, anch'esso di recupero da altra vecchia antenna. Vediamo, ora come collegare i vari radiatori. Originariamente, il radiatore era collegato al tubo di sostegno mediante la bobina adattatrice di impedenza (che è stata rimossa) e sostenuto meccanicamente da un tubo di vetroresina da un foro del quale usciva un bullone che collegava la bobina al centrale del PL femmina posto alla base dell'antenna. Ora, dal bullone viene fatta partire una barretta di alluminio che si collega al radiatore dei 28 MHz, il quale risulta distanziato 12 cm dal radiatore di 14 MHz; il radiatore dei 10 metri è ora il primo ad essere alimentato; il collegamento successivo è tra questo ed il radiatore dei 20 metri, che avverrà 42 cm più in alto del bullone mediante un altro pezzo di alluminio solidale al collare che stringeva, sull'antenna originale, la bobina adattatrice al radiatore; questo pezzo di alluminio, dall'altra parte, come avrete già compreso, si collega al radiatore dei 10 metri, che a sua volta, da qui, si prolunga per altri 261 cm parallelamente al radiatore dei 20 metri. Il radiatore dei 15 metri, a sua volta, ha la base collegata dall'atra parte del collare (visto che questo risulta realizzato con due pezzi di alluminio a forma di "Omega") distanziato da radiatore dei 20 metri 14.5 cm. Per la taratura basta accordare prima i 20 metri, poi aggiungere il radiatore dei 10 metri ed accordarlo (non dovrebbe essere necessario ritoccare lo stilo dei 20 metri); successivamente, aggiungere il radiatore dei 15 metri e ritoccare il R.O.S. dei 10 metri (con l'aggiunta del nuovo radiatore, la frequenza di lavoro, sia dei 10 che dei 20 metri, si abbasserà). Il R.O.S. che si ha dopo le operazioni di accordo, sarà praticamente nullo per 150 KHz sulle tre bande, restando, comunque, in termini accettabili per ben 350 KHz. Affinché le operazioni di accordo siano semplificate, è ben predisporre i radiatori in tubi di sezione diversa, in modo che scorrano uno all'interno dell'altro: in tal modo, infilando o estraendo il pezzo terminale, sarà possibile accordare l'antenna sulla porzione di banda che più ci interessa. Sono ormai due anni che ho costruito questa antenna e devo dire che risponde benissimo... Ottima la resa in frequenza, buona la banda passante per le tre gamme, elettricamente a massa (non ho eliminato la bobina che è presente sul modello originale) e, particolare non trascurabile, costo praticamente nullo (è tutta di recupero!). Fatemi conoscere le vostre impressioni mediante un messaggio al mio indirizzo di posta elettronica. Se qualcosa non è chiara, sono a vostra disposizione. Franco Meraglia - Casarano (Lecce) Italy Editor usato: 297!Editor HTML by F. Meraglia File midi by Daniele D'Amato © 1998 |